Notizie dall’Istituto Liszt

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Sulle ali del canto

 Il 26 Febbraio il Circolo Culturale Lirico Bolognese ha ospitato nel prestigioso Oratorio di San Rocco uno spettacolo eccezionale organizzato dalla Fondazione Istituto Liszt onlus insieme al Consolato Onorario d’Ungheria a Bologna e all’Associazione Italia-Ungheria. La protagonista della serata è stata la cantante ungherese Sylvia Sass, da qualche tempo ritiratasi dalla scena operistica, ma attiva ed apprezzatissima nel repertorio cameristico, affiancata dalla brillante pianista Ryoko Tajika Drei.

Marco Guardo, direttore della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei di Roma  ha introdotto il concerto con una presentazione fuori dal comune della protagonista, in quanto ha presentato con ricchezza di dettagli e diverse letture il volume autobiografico di Sylvia Sass dal quale la serata traeva il titolo: Sulle ali del canto. In queste pagine l’autrice racconta la sua carriera d’interprete del repertorio italiano dell’Ottocento –  comprendendo anche i capolavori pucciniani – più come un romanzo che come un libro di ricordi, un romanzo in cui i personaggi illustri incontrati durante l’intera carriera entrano come partecipi di una vicenda artistica piena di calore e vivacità, e fra questi occorre ricordare Maria Callas e Leonard Bernstein.

Sulla scena dell’Oratorio di San Rocco, invece, il pubblico presente – fra cui spiccava la delegazione ungherese comprendete anche le autorità nazionali – ha applaudito la raffinata interprete dei Lieder di Liszt, fra cui una rara trascrizione di una canzone popolare ungherese.

L’esperienza teatrale alla base delle scelte esecutive ha dato uno spessore insolito a brani nati per la sala da concerto, ma ricchi di una latente drammaturgia, che la Sass ha saputo magistralmente sottolineare (ad esempio in Im Rhein, im schönen Strome o in Der Alpenjäger). Non è mancato un ricordo all’esperienza operistica: la Habanera da Carmen di Bizet, opera che vide il debutto della Sass a Budapest nel 1971. Come afferma Paola Pedrotti nella sua recensione su “Apemusicale” del 27 febbraio, questo concerto non è stato «semplicemente di un omaggio, una vetrina sull’artista storica […in quanto] non si ripiega sulla rievocazione della carriera, ma dispiega e conferma il valore più interessante della Sass, al di là anche delle sue virtù vocali: la sua preparazione e la sua curiosità intellettuale, la sua qualità di musicista».

Il repertorio canoro è stato arricchito da due pezzi per pianoforte solo, le due Leggende di Liszt: San Francesco d’Assisi predica agli uccelli, San Francesco di Paola cammina sulle acque, in cui hanno potuto pienamente emergere le doti interpretative di  Ryoko Tajika Drei, apprezzabili soprattutto per la varietà dei colori timbrici.

 

Tre virtuosi a Genova: Liszt, Paganini e Sivori

Genova – Palazzo Rosso, 13-novembre 2015 – 13 gennaio 2016

Nell’ambito degli allestimenti museali che ricordano i viaggi e i soggiorni di Liszt in Italia, si colloca, come terza tappa dopo Bologna e Firenze, la mostra allestita a Genova, nel sontuoso Palazzo Rosso, dal 13-novembre 2015 – al 13 gennaio 2016. In questa prestigiosa sede, che ospita la prima sezione dei Musei di Strada Nuova, in diverse sale riservate al secondo piano, alle pareti e all’interno di splendide bacheche  è stato possibile rivisitare i principali percorsi musicali della città seguendo il tema dei musicisti “virtuosi” che in diversi modi la resero famosa.

Partendo dal soggiorno di Liszt nel giugno-luglio 1838, la mostra allarga i propri orizzonti sulle vicende della musica a Genova in pieno Ottocento, quando sorgono ovunque slanci di volontà ad aprire nuovi spazi di comunicazione e approfondimento di stili e scuole diverse. E, come è naturale, l’occhio si sofferma soprattutto sui musicisti a cui la città diede i natali, Paganini, che di Liszt fu sprone e modello, e Sivori che con Liszt condivise i successi concertistici in numerose città.

Oltre a cimeli dei principali protagonisti della rassegna sono stati presentati anche materiali di altri grandi musicisti di passaggio a Genova e in particolare partiture d’epoca, ritagli di giornali e fotografie riguardanti Chopin, Mendelssohn e Wagner. Una menzione particolare merita il libro delle spese di Sivori che i visitatori potevano sfogliare a loro piacere grazie alla scansione elettronica del documento.

La ricca collezione di partiture, lettere, giornali e ritratti custodita nella Biblioteca del Conservatorio costituiva l’asse portante della mostra così sottolineando la centralità che l’istituto diretto da Roberto Iovino ha avuto nell’evento. Altre importanti opere – riguardanti l’aspetto virtuosistico di Liszt, erano state prestate dalla Fondazione Istituto Liszt di Bologna. Infine va ricordato il generoso apporto  degli eredi di Camillo Sivori, custodi delle memorie del loro antenato.

Come le precedenti mostre, anche questa di Genova è stata arricchita da un fitto calendario di eventi culturali e musicali nella sede del Conservatorio e presso il Teatro Carlo Felice.

All’inaugurazione della mostra  in un salone di Palazzo Rosso, venerdì  13 novembre  alle ore 17, Rossana Dalmonte che ha esposto  gli obiettivi culturali dell’evento congratulandosi a nome della Fondazione Istituto Liszt per la ricchezza del materiale esposto e la collaborazione di tante prestigiose istituzioni.

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