Mercoledì 13 marzo 2024

TRE FILM E TRE REGISTI PER LISZT
LOLA MONTÈS(1955)
DI MAX OPHÜLS

Una rassegna a cura di Emanuela Marcante,
Daniele Tonini e Ivan Cipressi

Fondazione Istituto Liszt
Via A. Righi 30, Bologna

Primo incontro

Mercoledì 21 febbraio 2024, ore 20,30

Secondo amore – All that heaven allows (1955)
di Douglas Sirk con Jane Wyman e Rock Hudson

Secondo incontro

Mercoledì 13 marzo 2024, ore 20,30

Lola Montès (1955)
di Max Ophüls con Martine Carol, Peter Ustinov e Will Quedflieg

Terzo incontro

Mercoledì 17 aprile 2024, ore 20,30

Grazie per la cioccolata – Merci pour le chocolat (2000)
di Claude Chabrol con Isabelle Huppert e Jacques Dutronc

Dopo l’incontro con il capolavoro di Douglas Sirk Secondo amore (1955) vi proponiamo un nuovo e ineludibile capolavoro della storia del cinema, imperniato su Lola Montès, figura travolgente di passionale artista e avventuriera dell’Ottocento, narrata con lo sguardo imprevedibile, personale, simbolico, di straordinaria creatività visiva di un gigante del cinema come Max OphülsLa storia d’amore e di rispecchiamento di vita d’artista di Lola con Franz Liszt (che si muove attorno al 1844) apre il film come un manifesto: tutta l’opera, nella sua narrazione surreale e simbolica ma anche fortemente legata alla storia della protagonista, è una grande, colorata, orgogliosa e dolente riflessione sulla libertà dell’artista, sulle sue scelte “senza rete” (e questo riferimento è ben più di una metafora) e sul prezzo da pagare. Ed è Liszt, nella sua funzione di iniziale “catalizzatore” delle scelte di libertà – e di libertà d’amare –  di Lola, a impersonificare la determinazione consapevole e il “dover essere” di libertà dell’artista, sia della protagonista, ma anche del regista, di Max Ophüls, che in questa sua opera estrema pagò un alto prezzo per la sua “libertà d’autore”. (Emanuela Marcante)

Tre grandi film per dialogare nel profondo con Liszt : All that heaven allows di Douglas Sirk e Lola Montes di Max Ophüls (entrambi del 1955) sono opere straordinariamente significative per i loro autori/icone della storia del cinema,  girate in Cinemascope tra immagini, simboli, musiche e colori come Leitmotive… Sirk e Ophüls sono due grandi registi che evocano Liszt come dato di riferimento di cultura e costume (e psicoanalisi) in film fortemente in dialogo con il loro tempo,  scegliendo il musicista ungherese come “evocazione psicologica” attraverso il tema della Consolazione n.3 in Re bemolle maggiore da parte di Sirk  o mettendolo in scena come personaggio ugualmente reale e simbolico nel film “francese” di Ophüls (interpretato da Willi Quadflieg, attore profondamente tedesco per storia e tradizione culturale).
Sono film/emblemi della grandezza dello specifico cinematografico e psicologico e del messaggio umano ed artistico dei due registi in cui la musica di Liszt e il personaggio/simbolo Liszt  sono evocazione del “desiderio d’amore” e di libertà fuori dagli schemi sociali e della sfida/dramma/scelta che questo comporta.
Il terzo film Grazie per la cioccolata di Claude Chabrol (2000), con una ipnotica Isabelle Huppert a tessere la ragnatela degli eventi e del loro precipitare, risuona di Funérailles di Liszt, sia nelle mani del grande pianista André che in quelle della giovane Jeanne e nello svelarsi man mano di una storia di relazioni, di desideri e segni che cresce in tensione con sfumature hitchcockiane, fino allo scioglimento finale. Con Liszt a ipnotizzarci nell’intenso momento centrale della lezione di pianoforte di André a Jeanne e nell’evocazione di Claudio Arrau.

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