Domenica 12 dicembre 2021

Il Dante di Liszt

Chiesa di Santa Maria della Vita
Via Clavature 8/10, Bologna
ore 16
Nell’ambito della mostra “Il Dante di Wolfango
Calogero Di Liberto, pianoforte
Ensemble vocale femminile Giardino delle Arti
Simone Zuccatti, direttore

Programma

Franz Liszt (1811-1886)

Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia, S 109

Inferno
Purgatorio – Magnificat

Trascrizione per pianoforte a cura di August Stradal

Scarica il programma

La Sinfonia Dante è senza dubbio una delle opere più interessanti del ricco catalogo lisztiano, ma anche una delle meno eseguite, forse proprio per i problemi interpretativi che pone. Prima di tutto per la sua forma. Infatti non è costituita da tre-quattro precisi movimenti come la sinfonia classica, né predilige lo sviluppo di un solo percorso tematico come il poema sinfonico. La presenza finale della voce richiama la Nona di Beethoven, ma ciò che precede se ne discosta. I richiami di atteggiamenti linguistici del passato si mescolano ad aperture sull’avvenire e i numerosi rifacimenti rivelano nello stesso autore un desiderio di continuo perfezionamento. Ma la grande compagine orchestrale che richiede, unita a un coro di timbro particolare, è materiale che non si lascia facilmente modificare.

Meglio ricorrere alla trascrizione pianistica.

Di queste, infatti, ne esistono ben sei: una dello stesso compositore (per due pianoforti) e cinque di altri autori che potremmo definire – a diverso titolo – suoi allievi.

La trascrizione pianistica che verrà eseguita questa sera è di August Stradal (1860-1930), ed è l’unica che fu pubblicata all’epoca, mentre le altre si conservano soltanto in manoscritto. Stradal è uno dei discepoli che fu più vicino al Maestro negli ultimi anni della sua vita, quello a cui egli affidava la copiatura dei suoi manoscritti, spesso di difficile lettura a causa dei suoi disturbi alla vista. L’attitudine di Stradal a perfezionare la scrittura si rivela anche nella sua capacità di scrivere per pianoforte ciò che era stato pensato per l’orchestra, facendo convergere su una sola persona la responsabilità interpretativa di un’intera compagine orchestrale e del suo direttore.

   Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia, che si presenta in questo concerto, fu pubblicata nel 1903 da Breitkopf & Härtel come ultimo brano di un volume che conteneva altri tre grandi lavori di Liszt: Héroide funèbre, Mazeppa, Die Ideale. Giustamente l’autore (e l’editore)  nell’indice del volume definiscono queste opere Bearbeitungen che significa “rielaborazioni”, piuttosto che Transkriptionen ossia  “trascrizioni” col semplice significato di una diversità di scrittura. Infatti per comporre una partitura pianistica da un lavoro orchestrale  si devono “scegliere” le voci più importanti dell’orchestra e “accorpare” quelle che non riescono a entrare singolarmente nello spazio della tastiera, cioè è necessario rielaborare l’opera originale senza modificarne l’essenza. (Rossana Dalmonte)

 

Calogero Di Liberto, vincitore dell’International Chopin Piano Competition di Corpus Christi (Stati Uniti), dell’Internationalen Sommerakademie Mozarteum di Salisburgo e del Concurso International “Compositores de España” di Madrid, continua a riscuotere unanimi consensi di pubblico e di critica grazie al suo profondo carisma di comunicatore.

Diplomato in pianoforte con lode al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo sotto la guida di Giulio Arena, ha continuato gli studi in Italia e all’estero con Bruno Canino e Aquiles delle Vigne, conseguendo il Master in Piano Performance al Conservatorio di Rotterdam (1999) e il Dottorato in Piano Performance alla Shepherd School of Music della prestigiosa Rice University di Houston (2006), sotto la guida di Jon Kimura Parker. Nel 2002 ha ottenuto l’Artist Diploma alla Texas Christian University di Fort Worth (USA) dove ha studiato con Tamas Ungar e Harold Martina.

Docente di Pratica e Lettura Pianistica nel Conservatorio di Trento, ha al suo attivo numerose collaborazioni con cantanti e strumentisti del calibro di Simone Alaimo, Fabio Armiliato, Roberto Servile, Leo Nucci, Lucia D’Intino, Cristiano Rossi, Christoph Henkel e Gautier Capuçon.

 

L’Ensemble vocale femminile Giardino delle Arti nasce nel 2014 all’interno dell’omonima associazione e conta oggi circa 20 coriste, preparate vocalmente e musicalmente dal soprano Maria Letizia Grosselli. Nonostante la ancora breve vita, l’ensemble ha al suo attivo variegati progetti di rilevanza artistica.

Nel 2018 ha partecipato allo spettacolo I labirinti del sogno dedicato alla vita di Robert e Clara Schumann; nel 2019 all’esecuzione della prima assoluta in tempi moderni dell’opera L’uccellino d’oro di Riccardo Zandonai.

L’ultimo spettacolo messo in scena è Voglio vivere così – Cantando lungo la storia, la commedia musicale dagli anni Trenta ad oggi.

 

Il concerto è realizzato grazie al sostegno
del Ministero della Cultura

 

Share