15 dicembre 2019

Tre percorsi nell’opera di Franz Liszt
Conferenza-concerto

Domenica 15 dicembre 2019, ore 17
Fondazione Istituto Liszt
via Augusto Righi 30, Bologna

Erica Bisesi, pianoforte

Programma

Franz Liszt (1811-1886)

Sposalizio S161

Franz Liszt – Richard Wagner (1813-1883)

Isoldes Liebestod S447

Franz Liszt

Die Trauer-Gondel II S200ii

* * *

Carl Philipp E. Bach (1714-1788)

12 Variations über die Folie d’Espagne

Franz Liszt

Rapsodie espagnole.

Folies d’Espagne et Jota Aragonesa S254

Scarica il programma

Il presente concerto accosta diversi aspetti della tecnica strumentale e della poetica di Liszt senza tener conto di una successione cronologica, ma piuttosto cercando di cogliere i collegamenti fra il pianoforte di Liszt e gli altri linguaggi artistici. Nella scelta dei brani si trovano inoltre tracce dei numerosi paesi e delle varie tradizioni a cui il compositore si ispirò.

   Sposalizio appartiene al filone lisztiano letterario e religioso, che, in questo caso, trae ispirazione dal celebre quadro Sposalizio della Vergine di Raffaello. La sua forma contiene molteplici riferimenti alle simmetrie del quadro e ai suoi significati più reconditi, come verrà illustrato nel corso della serata.

Negli ultimi anni della sua vita, Liszt si occupò dell’evoluzione della tonalità precorrendo il linguaggio atonale. La trascrizione pianistica del celebre Isoldes Liebestod di Wagner e Die Trauer-Gondel II (La lugubre gondola), quest’ultima composta da Liszt in occasione dei funerali del compositore tedesco, sono esempi significativi di questa produzione.

La terza parte della serata, dal carattere più brillante e virtuosistico, si lega al progetto di ricerca sulla Follia che Erica Bisesi presenterà qui per la prima volta. La Follia è un tema musicale di origine portoghese tra i più antichi della musica europea, risalente ai secoli XVI e XVII, che consiste di una progressione armonica su un basso di passacaglia a sostegno di un tema melodico di sarabanda su cui l’esecutore era libero di improvvisare. Alcuni testi teatrali del rinascimento portoghese lo menzionano come danza ballata da pastori e contadini. Se ne distinguono due versioni: la primitiva follia, che può assumere diverse forme, e la più conosciuta tarda follia, che è rimasta famosa nella musica colta fino ai giorni nostri ispirando le opere di oltre 150 compositori. La presente ricerca si focalizza sulle 12 Variations über die Folie d’Espagne di C. P. E. Bach e sulla Rapsodie espagnole di Liszt, affrontando il tema del rapporto tra struttura musicale, espressività ed emozioni.

(Erica Bisesi)

Il percorso accademico di Erica Bisesi è multidisciplinare: Dottorato di Ricerca in Matematica e Fisica all’Università di Udine, Master of Science in Astrofisica all’Università di Trieste, Master of Arts in Interpretazione Pianistica presso il Conservatorio di Trieste, Master of Music in Analisi e Teoria Musicale presso l’Università della Calabria (in fase di completamento).

Attualmente è ricercatrice presso l’Istituto Pasteur di Parigi nell’ambito di Intermuse, un progetto interdisciplinare sull’antropologia della cognizione musicale e le neuroscienze. Ha insegnato acustica e psicoacustica presso il Conservatorio di Udine, psicoacustica e cognizione musicale all’Università di Graz, introduzione all’acustica e all’organologia, struttura musicale, espressività ed emozioni all’Università di Bratislava, ed è attiva come lettrice in metodi computazionali per l’analisi musicale presso l’Università di Montreal.

Alterna da sempre l’attività artistica con gli studi e la ricerca scientifica. Dopo il diploma in pianoforte ha intrapreso un lungo percorso di approfondimento della tecnica e del repertorio strumentale studiando con Bruno Canino a Milano, Firenze e Svizzera, con il direttore d’orchestra Francesco Mander a Latisana, con i pianisti Aquiles Delle Vigne a Salisburgo, Firenze e Roma, Vladimir Krpan a Zagabria, Anna Kravtchenko a Rovereto, e Andreas Woyke a Graz. Tiene regolarmente concerti in Italia e all’estero, sia in qualità di solista sia in svariate formazioni cameristiche.

Dedica una speciale attenzione all’accostamento della propria attività di ricerca a quella concertistica: tutte le maggiori opere di cui si occupa dal punto di vista scientifico e musicologico fanno anche parte del suo repertorio strumentale.

 

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