UN CD TACTUS PRODOTTO IN COLLABORAZIONE CON LA FONDAZIONE ISTITUTO LISZT
Omaggio a Bologna
1 – Clair de lune (2:59)
2 – Siciliana (3:24)
3 – Ninna nanna (3:38)
Stanislao Ronzi (1826-1893)
4 – Romanza (1:24)
Antonio Samperi (1828-1893)
5 – Una serenata a Sorrento (2:58)
Gaetano Corticelli (1804-1840)
Tre ariette da camera
6 – La rondinella (6:32)
7 – La rosa (4:23)
8 – Il Trovatore (8:13)
Michele Rachelle (sec. XIX)
9 – La rosa (1:43)
Piero Antonio Coppola (1793-1876)
10 – Rapito nell’estasi (1:24)
Giuseppe Biletta (1810-1894)
11 – Una memoria (5:22)
Federico Vellani (1822-1907)
12 – Le rocher des aveux (6:12)
Arturo Quilici (sec. XIX)
13 – Barcarola (1:47)
Alessandro Nini (1805-1880)
14 – La serenata del pastore (3:14)
Clito Moderati (1830-1907)
15 – Penso a te (3:23)
Luigi Zamboni (1767-1837)
16 – La fioraia fiorentina (4:18)
Per tutto l’Ottocento la lirica vocale da camera è uno dei modi più consueti dello scrivere, del fare e del vivere la musica. Interessa una legione di poeti, compositori e cantanti, in parte professionisti (compositori teatrali, musicisti di qualità, star dell’opera), in parte dilettanti. Questo repertorio è stato studiato soprattutto in relazione alla produzione dei grandi operisti – Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi – o a quella tardiva dello specialista Francesco Paolo Tosti, ma si tratta in realtà di un fenomeno amplissimo che ha dato vita a produzioni di valore, anche se per apprezzarle occorre non dimenticare che il quadro di fruizione, la natura degli interpreti e la stessa estetica della musica da salotto esigevano valori diversi da quelli della produzione teatrale: spontaneità, facilità, immediatezza (valori cui aderivano gli stessi “grandi operisti”, quando scrivevano per il salotto). La scelta dei testi poetici e la conseguente struttura musicale sono riconducibili alle diverse occasioni di scrittura, che vanno dalla stesura all’impronta, magari su versi improvvisati all’interno di una soirée, alla messa a punto di una raccolta di brani a stampa da vendere agli amatori, stimolata dell’imprenditoria musicale. Attingendo a manoscritti inediti di proprietà dell’Istituto Liszt di Bologna, il soprano Barbara Vignudelli e il pianista Stefano Malferrari ci offrono una superba esecuzione di questa silloge, che presenta in modo esemplare un campionario della varietà di impianti stilistici e soluzioni formali impiegata da compositori tutti estranei alla rosa dei nomi celebri, eppure capaci di comporre brevi pagine che riservano all’ascolto piacevoli sorprese.