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FRANZ LISZT, CHAMBER MUSIC VISION

XXVIII STAGIONE 2024-2025
Domenica 29 settembre 2024, ore 17
Istituto Liszt, via A. Righi, 30

AMERICAN LEGACY TRIO

Larisa Elisha, violino
Steven Elisha, violoncello
Marco Rapattoni, pianoforte

Franz Liszt
(1811-1886)
Orphée, poème symphonique
per violino, violoncello e pianoforte
(trascrizione di Camille Saint-Saëns), 1885
Consolazione n. 3
per violoncello e pianoforte
(trascrizione di Jules de Swert), 1870
Elegia n. 2
per violino e pianoforte, 1977/78
Johannes Brahms
(1833-1897)
Trio in si maggiore per archi e pianoforte, op. 8, 1853/54
Allegro con brio
Scherzo (Allegro molto). Trio (Meno Allegro)
Adagio non troppo
Finale. Allegro molto agitato

Il programma del concerto presenta alcune delle rare composizioni che mostrano il significativo contributo dato da Franz Liszt alla musica da camera dell’Ottocento, un repertorio rimasto quasi sconosciuto fino al secondo Novecento. Liszt pur avendo concepito originariamente in ambito cameristico solo pochi brani violinistici, seppe però dimostrare nelle sue trascrizioni di proprie opere le sue originali qualità di orchestratore e trascrittore. Le trascrizioni lisztiane per archi e pianoforte furono create soprattutto negli anni più tardi di vita del compositore e mostrano una prospettiva modernista di ricerca che avrebbe condotto verso gli esiti di autori come Skrjabin e verso il primo Novecento atonale, come dimostra l’andamento enigmatico della seconda Elegia, che a tratti si allontana dall’originale versione pianistica. La pratica della trascrizione di grandi opere, evidente atto di omaggio e di stima, specie se intrapresa fra grandi compositori della stessa epoca, certo non fu solo prerogativa lisztiana, come possiamo constatare dal brano di apertura nel quali i ruoli si invertono: non abbiamo qui Liszt trascrittore, bensì la musica di Liszt, e in specifico il poema sinfonico Orphée, trascritta da Saint-Saëns come atto di profonda amicizia e con l’imprimatur dello stesso Liszt. Avremo oggi anche il piacere di ascoltare l’iconica Consolazione n.3 (probabile omaggio a Chopin) nella versione per violoncello di Jules de Swert. Ma come si diceva ci vorrà un secolo prima che il mondo musicale iniziasse ad accettare il contributo dato da Liszt alla musica da camera e soprattutto il suo approccio alla sperimentazione timbrica e al sorprendente trasferimento di stesse melodie e motivi fra diversi strumenti. (American Legacy Trio)

AMERICAN LEGACY TRIO La violinista russo-americana Larisa Elisha e il violoncellista Steven Elisha formano l’Elaris Duo e collaborano con l’eclettico pianista italiano Marco Rapattoni per presentare un repertorio che tocca i punti salienti della musica da camera per trio, comprendendo varie opere per violino, violoncello e pianoforte di Franz Liszt. Dopo gli anni presso l’Università di Bloomington, dove si sono incontrati e hanno suonato insieme come artisti in residenza, i tre musicisti proseguono la loro attività nella tradizione dei maestri della scuola russo-ungherese con l’“American Legacy Trio”.

ELARIS DUO Larisa e Steven Elisha – solisti, musicisti da camera e docenti di fama internazionale – individualmente e insieme hanno ottenuto significativi successi esibendosi in sedi come il Royal Concertgebouw, la Karajan Hall-Berlin Philharmonie, la Warsaw National Philharmonic, la Weil Recital Hall alla Carnegie Hall. Attivo anche nel repertorio contemporaneo, il duo ha presentato in anteprima nuove opere di Joel Feigin, Malcolm Solomon e altri compositori contemporanei. Larisa e Steven Elisha tengono regolarmente masterclass, workshop, lezioni e conferenze presso università e conservatori di tutto il mondo. Il duo ha ricevuto il Global Music Award nelle categorie “Duo and New Release”, ricevendo ampi consensi di critica su “Gramophone”, “Fanfare Magazine”, “Atlanta Audio Society”. Attualmente Steven e Larisa Elisha sono direttori del dipartimento di archi presso la Fred and Dinah Gretsch School of Music presso la Georgia Southern University, il Southern Music Festival e l’Elaris International Summer Academy.

MARCO RAPATTONI Uno dei pianisti più interessanti ed eclettici della sua generazione, si è laureato a pieni voti al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma con Vera Gobbi Belcredi, già allieva di Alfredo Casella. Contemporaneamente ha studiato architettura e composizione con Rosolino Toscano e Firmino Sifonia. Trasferitosi in seguito in America ha lavorato alla Jacobs University School of Music di Bloomington, divenendo assistente di Gyorgy Sebok e di Franco Gulli per la musica da camera. Ha collaborato con famosi concertisti quali Janos Starker e Joseph Gingold. È stato ospite di numerosi festival internazionali tra i quali il Bartok Festival di Szombathely, il Radio France Montpellier Festival, il Banff Centre Festival of the Arts in Canada Come solista si è esibito con prestigiose orchestre sinfoniche tra cui la Filarmonica Rubinstein di Łódź, l’Orchestra Arturo Toscanini, l’Opera di Lione, l’Orchestra della Radio Francia. E’ stato di recente invitato a esibirsi e tenere masterclass presso il Conservatorio di Musica di Pechino e presso il Conservatorio di Yerevan. È titolare della cattedra di Repertorio pianistico e Pratica pianistica moderna e contemporanea presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano.

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