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VERDI: DAL TEATRO ALLA TASTIERA

Domenica 19 febbraio 2023, ore 17,30
Sala dell’Istituto Liszt, via Augusto Righi, 30 Bologna

VERDI: DAL TEATRO ALLA TASTIERA

Massimiliano Génot, pianoforte

PROGRAMMA 

GIUSEPPE UNIA (1818-1871)
          Grande Fantasia sui motivi di Ernani, Op. 43

JOACHIM RAFF (1822-1882)
          Largo del Finale Secondo da La Traviata

HANS VON BÜLOW (1830-1894)
         Erinnerungen aus Un Ballo in Maschera, Op. 17

GIUSEPPE UNIA (1818-1871)
         Trascrizione da Don Carlo, Op. 199

BENIAMINO CESI (1845-1907)
          Minuetto dall’Atto terzo di Falstaff
          libera trascrizione

FRANZ LISZT (1811-1886)
         Reminiscenze da Simon Boccanegra

MASSIMILIANO GENOT (1968)
         La quiete dopo la tempesta
         parafrasi da concerto da Otello

Con l’ambiziosa Grande Fantaisie sur des motif de l’Opera Ernani de Verdi risulta evidente il tentativo del piemontese Giuseppe Unia di conquistarsi un posto al sole tra la folta schiera dei pianisti-compositori europei di metà Ottocento. Il brano si apre “Fantasticando”, ma dopo poche battute è palese il preciso tributo che Unia rende, attraverso Verdi, alle fonti lisztiane del suo pianismo. E così Unia, pur avendo studiato con Hummel a Weimar, non rimane ancorato alle radici neomozartiane del suo maestro, ma decide di avventurarsi nei meandri della scrittura trascendentale dei ruggenti anni ’30 dell’Ottocento, confrontandosi con un nutrito repertorio di tecnicismi: un crescendo rossiniano di passi sempre più impervi, sino al “Finale militare”, che ben si confà a colui che fu nominato “pianista del Re d’Italia Vittorio Emanuele II” ossia il sovrano che insieme a Garibaldi unificò il paese in punta di spada. Di Joachim Raff è soprattutto nota la collaborazione offerta a Liszt nella strumentazione dei suoi poemi sinfonici, collaborazione che lasciò dietro di sé non pochi strascichi polemici, anche se il compositore svizzero si distinse pure nel campo pianistico e della musica da camera, come la parafrasi da Traviata lascia ben intendere. Hans von Bülow, genero di Liszt, fu nominato “pianista del re di Baviera” pare sotto raccomandazione di Wagner, che così – dicono le malelingue – poteva avere a Monaco più occasioni di incontrare Cosima Liszt. E’ probabile che Bülow suonasse davanti al giovane monarca, Ludwig II, questa trascrizione da Un Ballo in Maschera considerata una delle opere più vicine allo spirito del Tristano, per la sua tinta malinconica, pur animata da spunti folli ed ironici, come l’aria “È scherzo o è follia”. Ciò che sembra affascinare il pianista prussiano è la densità polifonica dei concertati verdiani, che egli ulteriormente arricchisce nel finale con originali sovrapposizioni tematiche. Beniamino Cesi, noto agli addetti ai lavori più per il suo monumentale trattato di tecnica pianistica in dodici volumi che per la sua attività compositiva, è uno dei pochissimi ad averci consegnato una trascrizione pianistica dall’opera Falstaff. La trascrizione da opere liriche conosce un significativo calo di gradimento a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento, con eccezione di Liszt, che continua a dedicarsi appassionatamente al genere, pur sottoponendolo ad un sostanziale ripensamento, ben visibile nelle Reminiscenze dal Simon Boccanegra: vengono banditi cascami e bellurie ornamentali in nome di una sobrietà ormai presaga dei climi novecenteschi, a favore di un’estetica della giustapposizione più che della transizione. La quiete dopo la Tempesta cerca di rendere l’originale verdiano con una tecnica pianistica scevra da parametrici timbrici ottocenteschi, abbandonandosi a qualche fuggevole contaminazione crossover che invitiamo il pubblico a riconoscere e, speriamo, ad apprezzare. (M. Genot)

Massimiliano Genot, pinerolese, si diploma a sedici anni con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Torino, perfezionandosi a Ginevra con Maria Tipo con la quale consegue il “Premier Prix de Virtuosité avec distinction”. Debutta nel 1991 con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nelle celebrazioni per il bicentenario mozartiano e nello stesso anno si diploma in composizione. Nel 1995 effettua la prima registrazione mondiale della Scuola della Velocità di Czerny secondo i tempi originali. Tra i suoi maestri di riferimento Aldo Ciccolini, Piero Rattalino e Lazar Berman. Frequenta in quegli anni l’Accademia di Imola dove consegue il diploma: in quel contesto conosce il pianista e restauratore bolognese Flavio Ponzi, che lo introduce alla prassi sui pianoforti dell’epoca romantica: si esibisce con lui in duo presso il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro dell’Opera di Roma ed il Festival Pergolesi Spontini. Premiato ai concorsi internazionali Alfred Cortot di Milano, Rina Sala Gallo di Monza, ed al Ferruccio Busoni del 1994, sviluppa la sua attività concertista in Italia ed all’estero, in particolare in Sud America (Brasile, Argentina, Ecuador, Cile ed Uruguay) ed in Europa (Amburgo, Varsavia, Monaco, Heidelberg, Freiburg, Lisbona). Registra in prima mondiale due cd dedicati a Leone Sinigaglia (Stradivarius e Brilliant) di cui uno con il soprano Anja Kampe. Fin dalle sue prime esecuzioni pubbliche a Bologna ha scelto più volte l’Istituto Liszt come palcoscenico. Nel 2016 è chiamato ad inaugurare l’Art city Center di Ji Nan in Cina. Nello stesso anno riceve il premio Federico Ghedini di Cuneo, ed il Premio Pinarolium dalla città di Pinerolo. Da tempo coltiva un approccio trasversale ai generi musicali collaborando con musicisti provenienti dal mondo della lirica, del jazz e della musica contemporanea. Nel 2008 veniva descritto da Quirino Principe su “Il Sole 24 ore” come uno dei cinque musicisti italiani distintisi sulla scena internazionale grazie alle sue trascrizioni wagneriane eseguite a Bayreuth sul pianoforte di Wagner a Villa Wahnfried. Nel 2019 viene chiamato a far parte della giuria del Concorso Internazionale “Viotti” di Vercelli. Nel 2020 la rielaborazione crossover del Totentanz di Liszt effettuata insieme al pianista jazz Emanuele Sartoris e riversata in cd richiama l’attenzione della critica, di Radio 3 e Rai 5. Nel 2021 esce un altro cd per Tactus, registrato insieme al pianista Andrea Vigna-Taglianti e dedicato alla riscoperta di Giuseppe Unia: lo scorso 11 gennaio è stato ospite dell’Università di Santiago del Cile presso l’Auditorium dell’Orchestra Sinfonica Nazionale dove ha tenuto un recital dedicato alla produzione italiana contemporanea (Berio, Sciarrino, Colla, Boggio, D’ Angelo, Merz). Insegna pratica pianistica ed improvvisazione presso il Conservatorio “Verdi” di Torino. Numerose le sue collaborazioni orchestrali come solista (Orchestra A. B. Michelangeli, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra Toscanini, Savaria Orchestra, Orchestra Bruni, etc) e come pianista in orchestra (Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai).

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